Nel mese dedicato alla prevenzione del tumore al seno, abbiamo deciso di dedicare uno spazio del nostro blog per smantellare i miti più diffusi che ruotano attorno alla mammografia e, in generale, la prevenzione del tumore al seno.
Questi miti, ampiamente diffusi in rete, non sono solo infondati ma risultano anche essere potenzialmente pericolosi, andando a creare idee e atteggiamenti che potrebbero mettere a rischio la salute, oltre che a contribuire al diffondersi della cattiva informazione.
Per questo, abbiamo trovato tre miti, tra quelli più diffusi, che meritano di essere argomentati in maniera semplice, rapida e comprensibile in maniera da incentivare un rapporto sano, trasparente e, soprattutto, sereno con la prevenzione.
Che cos’è la Mammografia?
La mammografia è un esame radiografico a bassissima dose di radiazioni necessaria per l’individuazione di micro-calcificazioni o piccoli noduli che non sono normalmente individuabili con la classica ecografia.
L’esame dura pochi minuti, senza la somministrazione di farmaci o di mezzi di contrasto. A oggi, esistono due tipologie di mammografia: quella classica in 2D e quella in 3D chiamata anche mammografia con Tomosintesi.
La mammografia con Tomosintesi, o Mammografia 3D, permette di individuare qualunque microlesione tumorale originata dalla ghiandola mammaria grazie alla tecnologia di scansione 3D, dove a mammella viene come scomposta in molteplici sezioni, ognuna delle quali di spessore millimetrico, in modo da poter identificare alterazioni, anche molto circoscritte, che potrebbero segnalare la presenza di un tumore al seno.
I 3 miti da sfatare sulla prevenzione
1) La Mammografia è dolorosa?
Iniziamo subito con sfatare il primo mito: la mammografia non è dolorosa. L’esame dura pochi minuti, richiede una minima preparazione e non richiede la somministrazione di farmaci (come anestesie o sedazioni) o di mezzi di contrasto.
Al massimo, quello che potreste sentire è un leggero fastidio di pochi minuti dovuto alla pressione delle lastre sul seno; in ogni caso, niente che non si possa considerare gestibile. Questo fastidio è riscontrabile soprattutto su seni particolarmente densi o su donne che non ancora in menopausa o sono in fase di ovulazione (per questo, di solito, è consigliato sottoporsi all’esame mammografico tra il 4° e 12° giorno di ciclo).
2) Le radiazioni della mammografia possono fare male
Un altro mito riguarda le radiazioni emesse dal macchinario durante l’esame e sui danni che una prolungata esposizione potrebbero causa sul lungo termine.
La mammografia è un esame radiologico che utilizza Raggi X (o raggi ionizzati) a bassissime dosi – per la precisione 0,21 mSv di radiazioni – una quantità assolutamente trascurabile e per niente dannosa. Per darvi un’idea più precisa, la stessa quantità corrisponde a quelle delle radiazioni di fondo presenti nei terreni e nelle case che assorbiamo quotidianamente. Bisogna aggiungere, inoltre, che l’esposizione alle radiazioni non è quotidiana, ma parliamo di un’esposizione a cui ci si sottopone 1-2 volte all’anno, per nulla sufficiente a portare eventuali danni alle cellule.
3) Se non ci sono sintomi, non serve fare la mammografia
Questo mito non solo è totalmente falso, ma chiunque lo diffonda è da considerarsi come totalmente irresponsabile.
Per come formulato, sembrerebbe suggerire che la mammografia serva a curare il tumore, quando la sua funzione principale sta piuttosto nell’anticiparlo, individuando qualunque tipo di alterazione e impedire il manifestarsi della malattia, evitando così operazioni intrusive e adottare terapie maggiormente efficaci.
In generale, sarebbe opportuno sottoporsi a mammografia ogni 18 o 24 mesi. Ci sono, tuttavia, casistiche per cui si consiglia una visita ogni 12 mesi, come nel caso di chi abbia una storia familiare di tumore al seno o chi abbia un seno classificabile come ‘’denso’’ (ovvero caratterizzato da una maggiore presenza di ‘’tessuto denso’’, ovvero con una prevalenza di tessuto ghiandolare.
Non bisogna dimenticare che molti tumori risultano asintomatici nelle loro fasi iniziali ed è importante sottoporsi a visite di routine indipendentemente dall’insorgere o meno dei sintomi. Aggiungiamo che una prevenzione che includa non solo la mammografia, ma anche l’autopalpazione (in modo da poter individuare quelle lesioni che non sono individuabili attraverso la mammografia) è la prima e più importante arma per evitare l’insorgere della malattia.
Per saperne di più sull’importanza di fare prevenzione, vi rimandiamo al nostro precedente articolo.
Cosa aspettarsi da una mammografia?
Per sottoporsi all’esame non è necessaria nessuna preparazione particolare. Si consiglia solo di evitare di utilizzare creme, deodoranti o lozioni poiché possono compromettere le immagini radiografiche, comparendo come puntini bianchi che potrebbero essere scambiati per micro-calcificazioni.
Per il resto, è possibile mangiare o bere prima dell’esame e non è necessario assumere alcun tipo di farmaco.
Come si fa la mammografia: il processo passo per passo
La mammografia è un esame rapido, semplice e quasi sempre indolore che si articola in diverse fasi brevi e precise. Dopo aver posizionato il seno sulla piattaforma dedicata, viene applicata una compressione graduale tra due lastre per ottenere immagini di qualità. Questa compressione può provocare una leggera sensazione di fastidio, ma raramente è dolorosa. La fase di proiezione prevede quattro immagini: due viste laterali e due oblique. Grazie alla tecnologia moderna, l’intero esame si conclude in pochi secondi, permettendo una diagnosi rapida e accurata.
Affidatevi sempre alle parole di un professionista
La mammografia, quindi, è un esame totalmente sicuro, indolore e un’arma assolutamente essenziale per la prevenzione del tumore al seno. Ogni corpo, ovviamente, è diverso e ognuno è libero di raccontare e confrontare la sua esperienza. Ma, quando si parla della propria salute e di un argomento delicato come il tumore al seno, è sempre consigliabile rivolgersi a un esperto per risolvere ogni tipo di dubbio o di preoccupazione legato all’esame. Qualunque professionista sarà in grado di guidarvi attraverso la procedura, spiegare ogni fase e ogni possibile controindicazione o misura da prendere prima di sottoporsi all’esame.